Lino Gaffeo ha diffuso questa lettera aperta ai tutti i tifosi nerostellati, dopo la partita di Vado (con le tre espulsioni e le tre giornate squalifica a ciascuno dei giocatori coinvolti) e in vista della prossima, fondamentale, partita di domenica con il Bra, al 'Natal Palli'.
“Ho riflettuto a lungo – scrive Gaffeo – prima di mettere per iscritto ciò che sente il mio stato d’animo. Non tanto perché ci si trovi di fronte ad una situazione drammatica; quanto per il fatto che questo inizio di stagione (e i fatti di domenica scorsa) rischiano di far passare al mondo del calcio – in tutte le sue componenti, anche istituzionali – il messaggio che il Casale sia una squadra refrattaria ad ogni rispetto delle regole di gioco”.
“Questo non è vero. Lo garantisce la passione che vedo in ogni collaboratore fino ai giocatori e allo staff, nello svolgere il lavoro. La mia amarezza nasce dal fatto che nel calcio, specialmente il nostro di serie D, le società – tutte la società – devono ogni stagione far fronte a spese sempre più onerose (vedi quest’anno una composizione dei campionati che ha suscitato nel Casale e in tutte le società coinvolte molte perplessità) al fine di alimentare ciascuno il proprio sogno, raggiungere i propri obbiettivi quali essi siano”.
“Chi mi conosce sa quanto io ci tenga all’immagine della società e al senso di “famiglia” a me tanto caro; sa quanto siano importanti per me il rispetto delle regole in campo e fuori. E’ un obbligo dal quale nessuno si deve sottrarre, e per nessuno intendo anche coloro i quali sono preposti alla vigilare in campo sul rispetto dei tali regole”.
“Non intendo assolutamente entrare nel merito di quella che i media hanno definito “mano pesante” del giudice sportivo e nemmeno avanzare lamentele nei confronti di chi, sul campo, agisce in tal senso”.
“Chi lo fa è pur sempre una componente imprescindibile del gioco dal calcio. Tuttavia – questa è una mia riflessione – vorrei tanto che la regola del buon senso fosse talvolta applicata in egual misura quanto il regolamento nudo e crudo”.
“Mi si potrebbe obbiettare: “Lino Gaffeo, ma cosa intendi quando parli di buon senso?” Sono consapevole che la risposta non è semplice. Provo con un aneddoto che mi è stato raccontato tempo fa. Il Rugby è uno sport di contatto, spesso brutale. Nigel Owens, è stato uno tra i “grandi del fischietto” quindi, preparato a trovare soluzioni a situazioni di particolare aggressività. Durante una partita tra due club professionistici inglesi scoppia una rissa. Anziché sventolare cartellini (come avrebbe potuto fare, forte del regolamento) adotta una diversa strategia; convoca tutti e trenta i giocatori attorno a sé e dice “Non siete dei bambini cresciuti, siete adulti e da adulti dovete comportarvi. E da adulti vorrei trattarvi”. Dopo la “paternale” il gioco riprende”.
“Ma senza andare troppo lontano: in certe partite di calcio avvengono contrasti vigorosi, in risposta dei quali l’arbitro adotta talvolta, soluzioni diverse dall’immediata sanzione disciplinare”.
“Per me buon senso significa questo: perché possono esistere tante soluzioni a un problema e la capacità di chi deve decidere talvolta sta proprio nel cercare la strada meno diretta e facile”.
“Certo il calcio non è il rugby, ma se noi abbiamo il dovere di facilitare il compito agli arbitri – al netto di provvedimenti disciplinari giusti, che accettiamo – un piccolo sforzo di buon senso aiuterebbe tutti, avrebbe un più efficace impatto “educativo” e , in ultima analisi, faciliterebbe il nostro lavoro per alimentare la nostra voglia di fare calcio nel rispetto delle regole. E anche del buon senso”.