Da Gabriele Farello, esponente del Partito Democratico di Casale Monferrato, riceviamo e pubblichiamo integralmente: “Da giugno 2020, con il trasferimento dell'ufficio informazioni turistiche presso il Castello di Casale Monferrato, il chiosco in stile liberty all’ingresso di via Saffi risulta vuoto e senza una destinazione d’uso”.
“Si tratta di un elemento caratteristico e di valore della città. Risalente al 1920 e inizialmente situato in piazza Martiri della Libertà, all’epoca denominata Piazza Dante, nel 1924 venne trasferito in piazza Castello. Fu inizialmente un bar/gelateria gestito dal sig. Massone, confettiere e liquorista con il negozio in piazza Mazzini (allora piazza Carlo Alberto). Rimarrà bar per decenni, in tempi più recenti ufficio della Polizia Municipale e, appunto, ufficio turistico”.
“Nel recente periodo natalizio è stato oggetto di un’iniziativa volta a raccogliere fondi destinati alle luminarie del centro storico. Meglio che niente, ma la porta del nostro centro storico avrebbe meritato, e merita, molto di più, in quanto l’idea si è tradotta in grandi fogli di carta a copertura dei vetri, restituendo più che altro l’impressione di “lavori in corso”.
“Ora, quale futuro è previsto per questo splendido manufatto?”
“Pare che l’Amministrazione casalese abbia in corso varie ipotesi, prevalentemente quale sede di associazioni. Soluzione plausibile per il piano superiore ma il piano terra, dotato di ampia vetrata, dovrebbe rappresentare la porta di ingresso non solo del nostro centro storico e dei suoi commercianti, ma anche dell’intero Monferrato”.
“Il chiosco è naturale approdo per il turista che parcheggia in Piazza Castello, ideale quindi che torni a ricoprire il ruolo di ufficio turistico”.
“A integrazione, potrebbe diventare anche spazio espositivo e di vendita di artigiani e artisti del nostro territorio, ma anche di produttori di alimentari a lunga scadenza che non necessitano di frigoriferi”.
“Un luogo concesso gratuitamente, e a rotazione, a tutti coloro che con le proprie abilità manuali tramandano le nostre tradizioni. Chiaramente, si dovrà studiare un metodo equo per l’assegnazione nei momenti di maggior affluenza”.
“Trasformiamolo in un punto d’incontro e un luogo di ritrovo, in grado di trasmettere ulteriore vitalità a questo prezioso angolo di città”.