"Dalle Alpi al Monferrato. Arte e cultura del Piemonte meridionale" è il titolo della mostra recentemente aperta a Mondovì nei locali del Museo della Ceramica, visitabile fino al 4 maggio prossimo (venerdì dalle 15 alle 18, sabato dalle 15 alle 18 e domenica dalle 10 alle 18). Una vera e propria finestra sul ricco e complesso territorio del Basso Piemonte attraverso il filtro linguistico della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, costituito dai monumenti e dal paesaggio, con l'obiettivo di appassionare nell'opera di salvaguardia offrendo materiale di studio e approfondimento. Tra i beni architettonici illustrati e portati all'onore delle cronache per essere un esempio da seguire nell'opera di conservazione e valorizzazione, anche la chiesa di Santa Caterina, la cui azione di restauro, portata avanti da La Fabbrica di S. Caterina Onlus, ha visto l'interazione di pubblico e privato, professionisti e Soprintendenza. A parlarci della mostra, visitata in anteprima dalla presidente dell'associazione di Via Trevigi, Marina Buzzi Pogliano, dall'architetto Enrica Caire, insieme all'ing. Simone Giordano e all'architetto Sara Vecchiato, con un focus privilegiato sulla chiesa barocca di Piazza Castello, Liliana Rey Varela, funzionaria restauratrice della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli, già funzionario responsabile per i beni storico artistici di Sabap-Alessandria, Asti e Cuneo, attualmente diretta da Lisa Accurti. L'esposizione ha girato la Spagna con un itinerario nelle scuole di arte e superiore di conservazione e restauro di beni culturali di Salamanca, Avila, León e Valladolid tra il settembre 2024 e gennaio 2025. Ora tante richieste per ospitare la mostra sia in Italia che all'estero.
Per quale motivo la chiesa di S. Caterina rappresenta un unicum artistico per il Piemonte meridionale?
La singolarità costruttiva e la qualità decorativa - sia in facciata che all'interno - della Chiesa di Santa Caterina, posta in un contesto urbano anch'esso di grande visibilità, rendono 'speciale' il valore culturale del bene per la comunità e il territorio. La caratteristica volta ellittica, ed i raffinati apparati ornamentali interni, unitamente alla complessità del fronte principale, oggetto di studi approfonditi durante gli interventi di restauro degli ultimi anni , ci parlano di un bene con una storia estremamente articolata, legata a significativi interventi antropici, e ad eventi naturali drammatici, che hanno determinato la configurazione della chiesa di Santa Caterina nella sua ricchezza attuale.
Spiegare e illustrare in Spagna gli interventi sul monumento barocco, quali reazioni hanno suscitato alla platea che ascoltava?
La complessità degli interventi effettuati, sia dal punto di vista organizzativo che tecnico, ha provocato innanzitutto grande curiosità e desiderio di capire come sono state affrontate e risolte le problematiche esistenti. A questa prima reazione, è seguito un crescente stupore a man mano che venivano illustrati gli interventi realizzati, la loro complessità, e gli esiti ottenuti.
Perché la scelta di descrivere uno spicchio di Piemonte attraverso questi pannelli?
L'obiettivo fondamentale della mostra è di promuovere all'estero i territori di competenza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo, cioè del Piemonte meridionale, attraverso l'illustrazione della loro ricchezza culturale, della complessa storia e della diversità dei paesaggi, tanto peculiari quanto rappresentativi. Come obiettivo complementare, e nell'ambito della condivisione, intendiamo raccontare, con orgoglio, quali sono state le azioni di tutela esercitate per la conservazione dei beni culturali del territorio. Inoltre, vogliamo trasmettere l'importanza della condivisione, della cooperazione e della collaborazione con le comunità e con i loro rappresentanti . La protezione dei beni culturali è un lavoro di squadra, perché purtroppo le singole risorse a disposizione non sono talvolta sufficienti, perciò anche la condivisione di esperienze può essere utile per risolvere problemi. Più larga è la rete di collaborazione creata, più preziose risorse avremo.
Attraverso quali mezzi deve passare la valorizzazione del patrimonio storico artistico della nostra regione?
Per arrivare a una corretta valorizzazione è fondamentale iniziare da un'approfondita conoscenza dei beni culturali, alla fine di avere le informazioni necessarie e corrette per comprenderne i contenuti di valore, da trasmettere e rendere fruibili nella valorizzazione. Il supporto degli Enti di Tutela si configura pertanto come azione indispensabile, per poter individuare ed interpretare i valori dei beni, e supportare così le azioni necessarie alla corretta valorizzazione. Sarà sempre fondamentale la cooperazione fra i diversi attori presenti nel territorio, pertanto l'intervento di ulteriori realtà come Università, associazioni ed ETS, enti pubblici o privati è prezioso al fine di ottimizzare le risorse esistenti.
Perché il restauro di S. Caterina rappresenta un'eccezione positiva?
I complessi interventi realizzati negli ultimi anni si presentavano inizialmente come una grossa sfida, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici, che organizzativi ed economici. La professionalità e maturità con la quale sono stati affrontati sono un modello esemplare di come intervenire sul patrimonio culturale. Fin dall'inizio è stato realizzato un approfondito studio sulle cause e conseguenze delle problematiche esistenti, per risolvere gradualmente i problemi: dalle infiltrazioni dalle coperture ai danni materici in facciata, dalle problematiche conservative della cupola ellittica, a quelle attinenti alle decorazioni. Il tutto, in un clima di perfetta condivisione e collaborazione con il nostro Ufficio.
Nel team de La Fabbrica di S. Caterina ha percepito la passione e l'orgoglio dei professionisti nel lavoro che si sta compiendo giorno dopo giorno, sempre rapportandosi con la soprintendenza?
Quando nella mostra Dalle Alpi al Monferrato. Arte e cultura del Piemonte meridionale si parla di grandi sforzi realizzati da associazioni ed enti senza fini di lucro, una delle realtà che mi viene sempre in mente è proprio quella della Fabbrica di Santa Caterina, nella quale è presente il voler recuperare un bene con professionisti di alto prestigio, che cercano appassionatamente, in ogni modo e momento, di trovare le risorse e di risolvere i problemi tecnici del monumento oggetto di intervento.