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"Un'invocazione a Zeus per capire il nostro tempo"

Curioso intervento di Gian Carlo Curti

CASALE MONFERRATO

Dal nostro lettore Giancarlo Curti riceviamo e pubblichiamo questa curiosa "Invocazione a Zeus": "Uno sprazzo nell'antichità greca che diede origine alla nostra Civiltà occidentale, può essere interessante", spiega infatti Curti.

"Quattro furono i periodi greci: a) età arcaica b),età attica (l'età classica con Eschilo, Sofocle, Euripide, Erodoto, i Sofisti, Tucidide, Senofonte, Socrate, Platone, Aristotele, altri),c) età ellenistica (dalla morte di Alessandro Magno 323 a.C. alla battaglia di Azio 31.a.C. in cui Ottaviano Augusto sconfisse Antonio e Cleopatra, d) età dell'Impero romano con personaggi e scrittori in lingua greca".

"Dell'età Ellenistica in cui lingua e cultura greca si estendono oltre la Grecia e le zone greche, perviene la invocazione a Zeus, unico scritto completo, raffinato, elegante, profondo pervenutoci di Cleante, filosofo stoico (nato ad Asso nel 330 a.C., regione della Turchia, zona della Troade). Invocazione inneggiante alla legge universale governante la Giustizia".

"INVOCAZIONE A ZEUS"

"Gloriosissimo tra gli immortali, tu che hai molti nomi ed eterna potenza su tutto, Zeus che reggi la natura e tutto secondo la legge governi, salve! E’ giusto che tutti i mortali invochino te".

"Per concessione tua infatti noi, tua prole, abbiamo avuto il dono di riprodurre i suoni, soli tra tutti gli esseri che vivono e si muovono sulla terra".

"A te infatti tutto questo Universo, che si volge intorno alla terra, ubbidisce, ovunque lo guidi, e lieto accetta il tuo potere. Così forte ministro tieni nelle tue invincibili mani, il fulmine rapido, di fuoco sempre pervaso".

"Sotto il suo impulso di fulmine, avvengono tutte le opere della natura; con esso tu dispensi la Ragione universale, che tutto permea mescolandosi ad ogni grande o piccola scintilla di vita; con esso tu, nella tua grandezza, sovraintendi su tutto o sovrano!"

"Nulla sulla terra si compie senza di te, o dio, né nella celeste, divina sfera né nel mare, se non quello che fanno i cattivi nella loro stoltezza; ma tu anche ciò che è sregolato sai riportare all’ordine, sai organizzare ciò che è indisciplinato, sai renderti amico ciò che è avversario".

"Tutto hai così armonizzato in un’unità, il bene e il male cosicchè tutte le cose si riducano all’unica, eterna Ragione. Solo quanti tra i mortali sono malvagi, l’abbandonano e fuggono; sciagurati! Sempre bramosi del possesso dei beni, essi nè vedono nè odono l’universale Legge divina, mentre se la seguissero saggiamente, avrebbero una vita felice, e non andrebbero da soli, stoltamente, da un male incontro a un altro, gli uni tormentosamente affannandosi dietro la gloria, altri rivolti senza limite al guadagno, altri ancora alla dissolutezza e ai piaceri del senso: e invece incorrono in mali sempre nuovi, proprio quando cercano di ottenere tutto il contrario".

"Ma tu, Zeus elargitore di doni, dio dei nembi e del folgorante fulmine, tieni lontani gli uomini dalla sofferente ignoranza; dissipala tu, o padre, dagli animi, e concedi il dono di quella intelligenza, con cui tu con giustizia ogni cosa governi, affinché noi, resi degni di onore, ti ricambiamo onore, inneggiando alle tue opere perpetuamente, come s’ addice a chi è mortale, poiché non vi è privilegio maggiore né per gli uomini nè per gli dei, che inneggiare sempre con giustizia alla Legge Universale".

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