Leida, in Olanda, ha ospitato ben 900 studiosi e ricercatori di tutti i paesi del mondo, per il 13mo Convegno Internazionale degli Egittologi. Anche se lontano, in realtà ci riguarda, poiché tra questi vi era l’egittologa monferrina Sabina Malgora, direttore del centro ricerche e sviluppo progetti Mummy Project (www.mummyproject.it) e curatrice di alcune collezioni egizie di musei del nord Italia.
“Davvero un evento mondiale – commenta Malgora - è stato interessante, ma anche molto faticoso, poiché ogni giorno si seguivano circa 13 interventi. Inoltre occorreva operare un’attenta selezione, perché in contemporanea ve ne erano almeno 6. È stato meraviglioso ritrovare colleghi e amici, con molti dei quali mantengo contatti o collaboro. C’erano anche i grandi studiosi che hanno fatto la storia della ricerca e ai quali mi sono ispirata. Un tempo erano nomi su libri, oggi con orgoglio posso dire che sono amici.”
Dal 6 alll’11 agosto, è stato organizzato dall’Università di Leida, in particolare da Olaf Kaper professore di Egittologia e da Miriam Müller, docente di Egittologia, con il supporto prezioso del museo archeologico, Rijksmuseum van Oudheden di Leida, dell’Associazione Internazionale degli Egittologi, di ICOM, di tutta la città e di circa 50 studenti volontari.
Il convegno si tiene ogni 4 anni e questa volta, dopo quello al Cairo, nei Paesi Bassi. La cerimonia di inaugurazione, tenutasi la domenica 6.08, nel teatro cittadino, ha visto la partecipazione di numerose autorità, tra cui il Ministro del Turismo e delle Antichità della Repubblica Araba d’Egitto, Khaled el-Enany Ezz, l’ambasciatore egiziano, Hatem Elsayed Mohamed Kamaleldin, il sindaco, Henri Lenferink, la presidentessa dell’Associazione Internazionale degli Egittologi, Willeke Wendrich, direttore del Cotsen Institute dell’Università di Los Angeles, che ha passato il testimone al Professor Tarek Tawfik, la professoressa Monica Hanna, egittologa e Dean dell’Arab Academy for Science, Technology & Maritime Transport, impegnata nella salvaguardia dei beni dell’Egitto, Ola El Aguizy, egittologo egiziano e professore emerito dell’Università del Cairo, ed infine il segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Mustafa Waziry, famoso per le sue numerossime scoperte e la sua infaticabile attività.
Online dal Sudan è intervenuto anche il direttore del Museo di Khartoum, Hatim Alnour. Tre istituti dell’università hanno messo a disposizione dieci sale, dove contemporaneamente, ogni mezz’ora, vi erano gli interventi. Essi erano organizzati in sessioni, con temi specifici, come ad esempio la ceramica, le pratiche funerarie, gli animali, l’archeologia templare, i vari siti archeologici, la museologica pedagogica, spaziando quindi da argomenti egittologici a quelli museali.
Sabina Malgora ha presentato due interventi, uno venerdì nell’ambito dei sarcofagi gialli, con chairman il massimo studioso dell’argomento, professor A. Nijwinsky, dove ha parlato del bellissimo sarcofago del Museo Archeologico di Bergamo, recentemente riallestito e aperto al pubblico lo scorso giugno, in cui si è occupata della collezione egizia. Un secondo invece con Francesca Motta, osteoarcheologa del Mummy Project, il mercoledì nell’ambito dell’antropologia fisica, dove sono stati presentati i principali casi di studio del centro ricerche dal 2007 ad oggi.