"L'Eternit è una ferita profonda che ci riguarda tutti, fa male il silenzio su questa battaglia"

Lettera del nostro lettore Cristian Zatti: "Facciamo la nostra parte. Parliamone, condividiamo, ricordiamo"

CASALE MONFERRATO

Dal nostro lettore Cristian Zatti cittadino casalese, riceviamo e pubblichiamo integralmente questa lettera: "Siamo arrivati a un momento cruciale per il processo Eternit bis, in corso alla Corte d'Assise d'Appello di Torino. Qui a Casale Monferrato, questa vicenda non è solo una questione di giustizia: è una ferita profonda che ci riguarda tutti, perché dietro quei numeri ci sono volti, storie, persone che conoscevamo o che avremmo potuto conoscere. Stephan Schmidheiny, l'ex proprietario della Eternit, è accusato della morte di 392 lavoratori e cittadini, vite spezzate a causa dell'amianto”.

“La Procura Generale ha deciso di impugnare la sentenza di primo grado, che aveva derubricato il reato da omicidio doloso a omicidio colposo aggravato, chiedendo l'ergastolo per l'imputato. Ma quello che più fa male, oggi, è il silenzio che circonda questa battaglia. A parte qualche testata locale, nessuno sembra parlarne, come se questa tragedia fosse solo un ricordo lontano”.

“E invece no. Negli ultimi otto anni altre 441 persone si sono aggiunte alla lunga lista di vittime, vite che restano fuori da questo processo ma che pesano sulle coscienze di chi vive qui. Questa non è una storia passata: è il nostro presente, e rischia di essere anche il nostro futuro, se il silenzio continua a soffocare la memoria e la giustizia”.

“I familiari delle vittime, con coraggio e dignità, ci stanno chiedendo di non dimenticare, di non girarci dall'altra parte. Noi abbiamo il dovere di ascoltarli. Non possiamo lasciare che tutto questo passi inosservato, non possiamo permettere che chi ha sofferto resti senza una risposta, senza una voce”.

“Facciamo la nostra parte. Parliamone, condividiamo, ricordiamo. Perché questo è quello che dobbiamo a Casale, alle sue vittime, e anche a noi stessi. La verità non deve finire nel silenzio”.

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