'Giù le mani dalle nostre colline': incontro pubblico a Mirabello sulla discarica amianto

Venerdì 22 aprile, alle 21.15, nella sala teatro. Il comitato: 'Troppe cose continuano a non tornare'

MIRABELLO MONFERRATO

L’incontro pubblico molto partecipato del 7 aprile a Villabella ha trovato all’unanimità di tutti gli intervenuti la richiesta di fare un incontro pubblico a Mirabello Monferrato sulla questione discarica amianto. E così per domani sera, venerdì 22 aprile, alle 21.15, presso la sala teatro di via Maria Ausiliatrice, a Mirabello Monferrato è previsto questo nuovo incontro pubblico dal titolo 'Giù le mani dalle nostre colline' sull'ipotesi di utilizzare la cascina San Lorenzo come sito per la discarica.

“Troppe cose continuano a non tornare e a non trovare risposte – spiegano dal comitato per l'area Cascina San Lorenzo, Parco del Po e Rio Anda –. Purtroppo a oggi le richieste formali del comitato per avere risposte, così come la raccolta firme spontanea dei cittadini (con circa 200 firme raccolte sino ad ora),non hanno trovato alcun risposta da parte dell’amministrazione”.

“Perché? – si chiede una nota diffusa dal comitato –. Continuiamo a non vedere alcun buon senso dietro questo silenzio e questa proposta di Cascina San Lorenzo come sito per una discarica. Abbiamo appreso con felicità la presa di posizione chiara e contraria del Comune di San Salvatore Monferrato e le considerazioni critiche di Legambiente Casale Monferrato. In particolare con Legambiente entra in campo la voce di un ente competente della Città capofila, che rafforza come l’ipotesi di Mirabello non abbia senso”.

“Si sta rischiando di trasformare un punto di forza, una risorsa per il territorio, da anni pensata con una precisa logica, portata avanti con criteri più volte relazionati e condivisi con il territorio, come quelli della baricentricità, della gestione diretta pubblica, dell’assunzione di responsabilità del Comune capofila, in un rocambolesco argomento di scontro tra territori e tra parti politiche”.

“Troppi i punti che non tornano. L’area non è assolutamente baricentrica, né per aspetti geografici né per quantitativi di materiale prodotto da smaltire. È troppo vasta (circa dieci volte rispetto alle alternative più baricentriche) e defilata per poter pensare a un’opera che voglia essere solo una discarica di amianto, a gestione pubblica, e per il solo territorio del Monferrato casalese. Come può essere sostenibile un’area così, soprattutto con una gestione pubblica? Quali possano essere le ragioni per pensare a un investimento con queste premesse? Come può reggere nel tempo una gestione pubblica di un’area così vasta, senza cadere alla prima occasione in un investimento di smaltimento multi materiale da parte di privati?”

“Se davvero interessa un sito a gestione pubblica, bene, non c’è però motivo sostenibile per venire a Cascina San Lorenzo. Non conviene a nessuno”.

“Ci sono palesi criticità economiche, ambientali, strutturali per il trasporto, l’infrastruttura, la viabilità. Su un'area troppo vasta che, una volta marcato il territorio, si presenterà pronta e, già nel breve termine, fortemente appetibile per altri investimenti e sviluppi, ad esempio nell’ambito dello smaltimento di rifiuti pericolosi”.

“Per il sito di Cascina San Lorenzo si sommano le criticità di un’area non pianeggiante, con criticità ambientali, assoluti valori di archeologia, biodiversità e patrimonio paesaggistico. Un sito entrato due anni fa nel Parco del Po, come "area contigua del Parco del Po e Rio Anda", grazie a un’attività sinergica di valorizzazione paesaggistica e naturalistica condotta dai Comuni di Mirabello, San Salvatore, Lu, Valenza insieme al Parco del Po. Il tutto approvato dalla Regione”.

“Ora chiediamo all’Amministrazione di Mirabello che, insieme a Lu, San Salvatore, Valenza, prosegua con il successivo passo di definizione dei vincoli di tutela. Questo è l’impegno che chiediamo venga portato avanti dai Comuni dell’area contigua insieme con il Parco del Po”.

“Ribadiamo che non accettiamo la strumentalizzazione della bonifica, del dolore, per consentire a questo punto quello che ha tutte le caratteristiche di essere un’operazione, su un’area molto grande e periferica, priva di logica di buon senso per prospettive sostenibili di gestione pubblica e di servizio per il territorio casalese. Al contrario, se c’è questa emergenza, perché ripartire e in questo modo? E neppure siamo interessati ad alcun braccio di ferro tra territori creati ad hoc”.

“Siamo inoltre consapevoli che con la messa in liquidazione del patner privato, per le ragioni di cui sopra, l’operazione sarebbe addirittura ancora meno sostenibile. Quindi, non si pensi che la liquidazione di Ariam possa essere argomento di peso. È passato più di un mese dal nostro primo comunicato dove dicevamo che avremmo responsabilmente atteso un chiarimento e/o un incontro con l’Amministrazione”.

“Tutto questo sta succedendo, con sul tavolo alternative consolidate da tempo, molto più piccole e circoscritte, molto più baricentriche, senza ambiguità pubblico/privato, con chiara possibilità di proseguire l'attuale ottima gestione diretta pubblica del Comune capofila, che mai ha dato problemi e suscitato perplessità e critiche da parte della cittadinanza. Come lo stesso sito del Comune di Casale mette in rilievo come motivo di vanto”.

“Soluzioni alternative peraltro già indicate e individuate con responsabilità condivisa, da anni, in un percorso di assemblee di sindaci, conferenze di servizi, incontri con il Ministero, per le quali già da mesi risultano peraltro essere disponibili indicazioni e risultati. Dei quali vorremmo avere riscontro pubblico, immediato”.

“E confidiamo sia la prima cosa che l’Amministrazione di Mirabello abbia appreso, atti pubblici, come le assemblee dei sindaci che davano mandato preciso a Casale per la realizzazione nel territorio del Comune capofila e le delibere di giunta”.

“Tutto quanto stiamo cercando di fare, come cittadini, necessita impegno, ma non possiamo restare indifferenti. È in gioco il futuro del nostro territorio. Ora è il momento in cui si può agire, poi sarà troppo tardi”.

“Il nome stesso del comitato denota la vocazione propositiva, non contro, ma per. Per il buon senso, il territorio, la trasparenza, per le persone e l’ambiente”.

“Continuiamo a sperare di poter essere in questa scelta di buon senso, al fianco dell’amministrazione di Mirabello e delle amministrazioni locali”.

Redazione On Line
Ricerca in corso...