La procura di Torino e la procura generale del Piemonte hanno deciso di ricorrere in Cassazione contro la sentenza emessa lo scorso 29 novembre dal giudice per l'udienza preliminare Federica Bompieri sull'Eternit Bis. Una sentenza in cui, ricordiamolo, era stata derubricata l'accusa nei confronti del magnate svizzero Stephan Schmidheny da omicidio volontario a omicidio colposo e in cui il processo stesso era stata spezzettato in diversi rivoli, rimandando gli atti alle procure di Napoli, Reggio Emilia e Vercelli (per i morti d'amianto di Casale Monferrato).
Il ricorso è stato firmato questa mattina dal pm Gianfranco Colace e dal sostituto procuratore generale Carlo Pellicano. Il ricorso della procura ribadisce sia l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale sia la necessità di far rimanere l'intero processo a Torino.
Il ricorso è stato non solo firmato ma anche redatto personalmente dal procuratore generale Francesco Saluzzo che ha dichiarato, secondo quanto riporta il quotidiano 'Repubblica': “Leggendo tutti gli atti del procedimento mi sono convinto della fondatezza dell'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale". Secondo il magistrato infatti l'imputato era “consapevole di cosa stesse succedendo nei suoi stabilimenti" e non solo "per lunghissimi anni, dalla fine degli anni 70 alla fine degli anni 90 non ha informato gli operai, la cittadinanza e gli organi di vigilanza dei rischi per l'amianto, ma ha posto in essere un'opera di disinformazione”.