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Comunità Ebraica: Giorgio Ottolenghi lascia la presidenza a Elio Carmi

Nominato ufficialmente nella giornata di domenica 14 giugno il nuovo Consiglio, di cui fanno parte anche Adriana Ottolenghi e Marcello Tedeschi

CASALE MONFERRATO

E' stato nominato ufficialmente nella giornata di domenica 14 giugno il nuovo Consiglio della Comunità Ebraica di Casale Monferrato. I risultati delle elezioni, tenutesi tra i circa 70 membri della comunità Monferrina il 7 giugno, hanno ratificato Elio Carmi come successore di Giorgio Ottolenghi nella carica di Presidente affiancato da Adriana Ottolenghi e Marcello Tedeschi nel ruolo di consiglieri.

Una piccola rivoluzione nell'ebraismo monferrino, e non solo, dato che Giorgio Ottolenghi è stato tra i presidenti delle Comunità Italiane quello in carica più a lungo. Ha ricoperto infatti interrottamente il ruolo dal 1958 ad oggi e soltanto il suo espresso desiderio di non ricandidarsi ha impedito la sua riconferma alla guida dell'assemblea di vicolo Salomone Olper.

Una decisione in cui l'età ha avuto il suo peso, anche se Giorgio Salvatore Ottolenghi, nato il 18 gennaio 1923 gode ancora di un'invidiabile salute. “Gli anni sono tanti e non mi consentono di venire in Comunità quanto vorrei – spiega lui stesso – eppure nella vita di una organizzazione attiva come la nostra sono tanti i momenti in cui la presenza del presidente è imprescindibile, dal ricevere ospiti istituzionali, al presenziare alle tante celebrazioni e inaugurazioni. Ho sentito il desiderio di ratificare una situazione già in atto: da parecchio tempo Elio Carmi come vicepresidente rappresenta la Comunità e ha contribuito in modo determinante a farla crescere in questi anni”.

Giorgio Ottolenghi è ricordato da tutti come l'artefice della rinascita della Comunità Casalese nel dopoguerra. Grazie alla sua coraggiosa decisione di restaurare la Sinagoga e di creare il primo primo nucleo del museo ebraico, la città è da oltre 50 anni un punto di riferimento per la cultura ebraica a livello internazionale e uno dei siti più visitati della provincia di Alessandria. “E' stato una specie di miracolo - ricorda - quando sono riuscito a tornare a Casale dopo la guerra non ho trovato più nulla: la sinagoga era fatiscente, non c'erano fondi per il restauro e anche se l'avessimo restaurata chi ci sarebbe andato? Ormai erano rimasti pochi ebrei a Casale. Poi una sera, per caso, dopo una conferenza in Biblioteca Comunale, io e l'architetto Giulio Bourbon abbiamo incontrato l’architetto Luciano Mazzarino al momento Soprintendente alle Belle Arti,  che ci ha convinto a cominciare i lavori, i finanziamenti e le persone sarebbero arrivati. Da allora io non ho fatto altro che tenere le porte sempre aperte”.

Per il grande impegno profuso a favore della comunità Giorgio Ottolenghi è stato insignito del titolo di Presidente Emerito in una piccola cerimonia nella sua abitazione di Casale Monferrato che ha visto gli amici stringersi attorno a lui e alla moglie Adriana Adele Ida Torre, con cui proprio il 14 giugno ha festeggiato i 61 anni di matrimonio. Sarà lei a garantire la continuità della famiglia Ottolenghi nel consiglio della Comunità. L'iscrizione sul piatto commemorativo donato al Presidente Emerito per l'occasione, recita: “Ogni Ebreo è responsabile per ogni altro ebreo”.

Il neo presidente Elio Carmi commenta così il passaggio di testimone: “La decisione di Giorgio è comprensibile, ma lui rimane sempre un punto di riferimento per la Comunità di Casale, sia nel suo ruolo di testimone degli anni delle leggi razziali e della Shoà, sia per lo straordinario lavoro svolto. Per me assumere la carica dopo di lui è un onore, un 'Kavod'. Con l’aiuto di Adriana e Marcello intendo proseguire nel miglior modo possibile sulla strada tracciata da Giorgio, anche Lui sempre aiutato dai diversi Consiglieri in carica e sempre garantendo concordia e serenità a tutti gli iscritti. L’ha fatto operando con saggezza in periodi facili e difficili, perseguendo significativi obiettivi. Spero con tutto il cuore, in questo momento che certamente non si prospetta semplice, di esserne all’altezza”. 

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